Giovedì 13 giugno a partire dalle 16.30 l’appuntamento è a Vieste, presso Cala Molinella, per “Italea Puglia: la Festa delle radici pugliesi. Le storie dei trabucchi”, un pomeriggio a stretto contatto con il mare e le più antiche tradizioni dei pescatori, organizzato da Italea Puglia in collaborazione con l’associazione La rinascita dei trabucchi storici.
Partecipazione gratuita con tessera associativa – contributo tessera 5 euro.
Info e iscrizioni info@italeapuglia.com / whatsapp +39 388 658 2298; posti limitati, max. 20 partecipanti.
Il programma
“Le storie dei trabucchi” è una piccola festa di comunità, scandita da passeggiata lungo la costa e un’esperienza di pesca su una tipica struttura della tradizione marinaresca del Gargano.
L’appuntamento è alle 16.30 dalla spiaggia Scialmarino, da cui prenderà avvio un trekking sulla costa della durata di un’ora e mezzo, sino al Trabucco Molinella.
Qui a partire dalle 18, guidati da Matteo Silvestri dell’associazione La rinascita dei trabucchi storici, i partecipanti vedranno all’opera i vecchi trabuccolanti, ascoltando le storie di un antico mestiere di questa parte della Puglia, e quelle di chi ha dovuto abbandonare queste coste alla ricerca di venti più favorevoli, tra coloro che hanno fatto in seguito ritorno e chi ha continuato a sognare il suo mare da lontano. I partecipanti potranno anche mettere alla prova le loro abilità guidati dai vecchi e dai giovani trabuccolanti, dall’alto di queste monumentali architetture di legno affacciate sul mare Adriatico.
Chiude l’esperienza un aperitivo conviviale sul trabucco.
I trabucchi
I trabucchi, che segnano la costa tra Vieste e Peschici – nel cuore del Parco Nazionale del Gargano -sono rudimentali strumenti costruiti dai pescatori del luogo per assicurarsi un sostentamento evitando di esporsi alle mille insidie del mare, dalle tempeste alle incursioni piratesche, che per lunghissimo tempo sono state gli spauracchi di questi piccoli borghi. I trabucchi sorgono infatti sul limite del litorale, protendendosi nel mare con due enormi bracci (le “antenne”) a cui è agganciata una rete che sfrutta le correnti marine per catturare il pesce. La loro solida imponenza unisce il mare e la terra del lembo più a Nord della Puglia: nei tronchi e nelle travi in pino d’Aleppo che costituiscono queste strutture è infatti custodita la storia millenaria della Foresta Umbra, che si protende quasi sino al mare.
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