Attualità

VIESTE – La spiritualità di De Andrè nel libro di don Salvatore Miscio

Grazie a don Salvatore Miscio e al suo “Dio del cielo vienimi a cercare – Faber, uomo in ricerca”, abbiamo conosciuto ed apprezzato l’aspetto più spirituale, ma pur sempre legato all’uomo, di Fabrizio De Andrè. L’occasione è stata offerta ai tantissimi che hanno affollato, ieri sera, sabato 18 gennaio, nonostante l’inclemenza del tempo, l’auditorium “don Antonio Spalatro”, nella parrocchia del SS. Sacramento a Vieste, dove, su iniziativa del parroco, don Tonino Baldi, c’è stata la presentazione del volumetto di don Salvo dedicato a Dee Andrè.
Una serata bellissima, impreziosita dalla performance musicale di sette splendidi ragazzi, studenti di musica e canto presso due importanti realtà musicali viestane, la “Bluemoon” di Leo Soldano, e “Nuova Diapason” di Maria Candelma. Difatti, le esibizioni di Mario Dell’Aquila (chitarra), Rebecca Pasquini e Francesco Scirpoli (basso). Erika Carbonelli, Alessandro Pagano, Gabriele Aloiso e Alessio Solimando (canto), hanno dato maggior risalto alla serata. Voci e chitarre hanno trasmesso passione, suggestione e commozione, testi e musiche hanno donato riflessione e spiritualità all’evento che don Salvatore Miscio, con il suo bel parlare ed esporre in maniera semplice ma profonda, ha donato a tutti una immagine di Fabrizio De Andrè certamente diversa da come, forse con superficialità, lo abbiamo sempre considerata, pur apprezzando e amando le sue canzoni.
Don Salvo, in altri termini, ha inteso proporre, trasmettendolo a tutti, attraverso i testi dei brani di De Andrè, quello che è stato il percorso spirituale e di ricerca di Faber, nonché il suo rapporto con Dio. Testi di Andrè che, ancora oggi, provocano e smuovono le coscienze
“Un punto fermo resta in Fabrizio – ha, tra l’altro, sottolineato don Salvatore -, ed è il perdono, presente in moltissime canzoni. A De Andrè non piaceva pensare al Dio a lui insegnato al catechismo nel dopoguerra: un Dio freddo, distante, lontano, un Dio non vicino agli ultimi e agli indifesi. Al contrario il Dio di Faber è quello raccontato e testimoniato da Gesù nel Vangelo: un Dio di misericordia, un Dio d’amore, un Dio che ci chiama e che ci viene a cercare, un Dio di giustizia e di pace. De Andrè ha raccontato storie: assorbiva tutto nella sua vita e lo riversava nelle sue canzoni”.

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