VIESTE – Alessandro, Laura e Giuseppe: quando la gioia passa attraverso il dolore
Alessandro e Laura raccontano, con un post su Facebook, la loro disavventura legata ad un evento, che dovrebbe essere solo stracolmo di felicità e di gioia: la nascita di bimbo, tra l’altro il primogenito.
Una disavventura (per usare un eufemismo) che ha rasentato la tragedia, per non dire la morte.
La loro storia, evidenzia ancora una volta la gravissima situazione sanitaria a Vieste, come, in particolare, in tutto il Gargano Nord, e che deve coinvolgere TUTTI, nessuno escluso, nella lotta (quella vera, non solo a parola) per l’affermazione dei nostri diritti. Perché anche noi paghiamo le tasse!
“1º MESE DI GIUSEPPE. GRAZIE A TUTTI, MA….
Perdete 2 minuti per leggere questo post.
Si grazie a tutti per gli auguri, gli affetti e la vicinanza mostrataci in questo mese, ma un non grazie a un medico del 118 e ora vi racconto il perché.
Era il 16 Febbraio alle 20.40 quando mi arriva la chiamata di mia moglie (fortunatamente a casa dei genitori e il caso che io mi trovavo a fare le riprese dell’evento della Diapason per la giornata del malato):
L: amore corri mi si sono rotte le acque
Io: ok stai calma corro e abbiamo tempo di fare tutto
L: sì ma è fuoriuscito un po’ di sangue anche, cosa faccio?
Io: chiama subito il dott. Sciannamè e chiedi non perdiamo tempo. Sto arrivando.
Nel mentre mia suocera non perde tempo e chiama subito il 118. Nel mentre il dott. Sciannamè allerta Laura che c’è un distacco di placenta ed entro 20 minuti dev’essere al primo ospedale vicino, sapendo anche lui le condizioni di come siamo messi qui in Sanità e viabilità dice di viaggiare assolutamente il elicottero niente macchina neanche ambulanza.
Allertati tutti i famigliari arrivo da Laura, attendiamo l’ambulanza.
Ore 20.50 arriva l’ambulanza di Vieste:
Io: Ragazzi non mi interessa di niente qua c’è bisogno urgentemente di un elicottero.
Op.: Ale purtroppo noi siamo venuti come palliativo non possiamo fare niente, non abbiamo il medico e dobbiamo aspettare l’ambulanza da Peschici.
Io: non mi frega niente del protocollo qui c’è bisogno di non perdere tempo.
Alle loro prime visite dicono che il parto non è ancora aperto e bisogna stare tranquilli fino a quando non cercano di far alzare Laura e inizia a perdere fiumi di sangue. Resosi conto anche loro della gravità accelerano i tempi e invocati anche da noi tutti prendono una sedia e portano Laura in ambulanza per trasportarla in chiamiamolo “PRONTO SOCCORSO”.
Ore 21 qui inizia il vero calvario.
Arrivati al pronto soccorso c’era l’ambulanza da Peschici che aspettava. Come scendiamo questo medico inizia:
M: chi vi ha autorizzato a portarla qui?
Op.: abbiamo avvisato la centrale per accelerare i tempi.
Io: dottore stiamo perdendo già troppo tempo, qui c’è da chiamare urgentemente l’elicottero per un distacco di placenta
M: qui non c’è da chiamare niente e nessuno, decido io cosa fare.
Nel mentre arrivano anche tutti i familiari e questo medico non si degna mezza volta di affacciarsi nell’ambulanza per capire le condizioni c’era solo l’ostetrica a visitarla. Mio padre arriva e chiede:
G: è stato chiesto l’intervento dell’elicottero?
M: allora non avete capito. Qui non c’è bisogno di nessun elicottero è tutto normale. Se volete chiamate voi l’elicottero.
Ovviamente i toni si alzano sempre di più.
Io: e che numero devo fare per chiedere l’intervento?
M: il 118
Io: ma imbecille che non sei altro se ho chiamato il 118 e mi hanno mandato te, sei tu che devi chiamare per l’elicottero.
Continua mio padre (chi lo conosce può immaginare le sue reazioni in quel momento e i toni e il medico che istigava anche un po’ alla violenza)
G: la faccio parlare col dott. Sciannamè ex primario di ginecologia di casa sollievo della sofferenza.
M: e chi è sto Sciannamè? Io non devo parlare con nessuno. Qui le decisioni le prendo io e dico che non è necessario l’intervento dell’elicottero. Possiamo portarla noi in ambulanza.
Noi ci mettiamo dietro l’ambulanza ostacolandola.
Da qui in poi una perdita di tempo per cercare di far valere i nostri diritti da normali cittadini con urla e richiesta di intervento di carabinieri. Fino ad un certo punto il medico si decide a parlare col dott. Sciannamè (probabilmente portato alla ragione da qualcuno sceso dall’ambulanza) e senza troppi giri di parole gli dice che è già tardi c’è un massivo distacco di placenta e mia moglie necessita immediatamente dell’intervento dell’elicottero e non può assolutamente viaggiare su strada. Allora chiama e con aria ancora da presa in giro dice: qui mi stanno chiedendo l’intervento dell’elicottero per presunto distacco di placenta (premetto che mia moglie continuava a perdere sangue e lui ancora non si era affacciato mezza volta nell’ambulanza per vedere la situazione). Dal telefono dicono che è disponibile l’elicottero solo per Foggia per condizioni meteo avverse su San Giovanni. Va benissimo qualsiasi ospedale basta che ci arriva subito. Nel mentre il dott. Sciannamè che aveva fatto preparare già la sala operatoria a San Giovanni disdice.
Ore 21.40 (1 ora dopo dal distacco) l’ambulanza si dirige verso l’eliporto all’omnisport di Vieste. Io parto subito per Foggia DEVO ARRIVARE PRIMA DELL’ELICOTTERO. Ovviamente per le condizioni meteo l’elicottero in arrivo da Foggia ci mette più del previsto.
Ore 22 io arrivo a vignanotica chiamo mia cognata da Vieste l’elicottero ancora non arriva.
10 minuti dopo io sono nelle gallerie l’elicottero è arrivato e stanno per ripartire.
Ore 22.30 sono fuori l’ospedale di Foggia mio fratello già sul posto mi dice che Laura ancora non arriva. Attendiamo. Minuti che sembrano ore. Nel mentre il dott. Sciannamè al telefono costantemente con i miei genitori incazzato nero dice sta passando troppo tempo preparatevi al peggio. Ma noi non perdiamo le speranze.
Ore 22.50 Laura arriva in reparto ormai in stato completamente confusionale e bianca come non l’ho mai vista. Entra subito in sala operatoria.
Come sempre in attesa di qualche informazione. Minuti interminabili.
Ore 23.05 Giuseppe è nato sale in reparto la culla termica per trasportarlo.
Ore 23.20 Giuseppe esce dalla sala operatoria sgambettando come un pazzerello e viene trasportato in Terapia Intensiva neonatale. Dopo qualche minuto ci raggiunge il ginecologo che ha operato e ci comunica che Laura sta bene e stiamo aspettando che si risveglia, la dobbiamo monitorare perché ha perso tanto sangue circa 1 litro e noi ne abbiamo 5 nel nostro corpo, Giuseppe invece è nato in grave sofferenza, il valore del PH che normalmente è 700 appena nato a lui era di 6,91, ma con una rianimazione avanzata il bambino ha risposto subito bene quindi il valore è risalito subito, non a 700 ma un valore che ci rassicura il che ci fa ben sperare.
Ben sperare da cosa dottore?
Beh nato con un PH così basso il bambino potrebbe riportare gravi danni celebrali, perché senza ossigeno le prime cellule ad essere colpite sono proprio quelle del cervello ma questo ve lo potranno dire solo dalla terapia intensiva dopo aver fatto tutti gli esami e accertamenti del caso, a noi fa ben sperare che il bambino ha ripreso subito tutte le sue attività ma bisognerà attendere. Comunque fortunatamente siamo riusciti a intervenire in tempo perché altri 2 minuti e ci rimettevano la vita mamma e figlio.
Fatte tutte le carte mia moglie riportata in camera a riposare, ovviamente era stravolta. Scendo in terapia intensiva e attendo che mi facciano entrare per vedere Giuseppe.
Ore 2 di notte: vengo chiamato per entrare. Mi preparano con camice cuffia per i capelli guanti e calzari e ci dirigiamo verso la terapia. Entro un posto surreale tanti bambini, chi nato prematuramente chi con altri problemi ti si spezza il cuore, e ti si spezza ancora di più vedere tuo figlio per la prima volta intubato col sondino per essere nutrito col catetere una cuffia in testa per un elettroencefalogramma semplice il tutto in questa incubatrice termica. Mi spiegano la situazione e che dobbiamo attendere gli esiti di tutti gli esami. La mattina dopo alle 12 torno a fare visita a Giuseppe era sveglio e non aveva più tubo di ausilio per la respirazione ma solo le canule in via precauzionale. Mi dicono che Giuseppe già respira autonomamente mi dico tra me e me questo è un miracolo. Da qui comunque 18 giorni di ansie e paure per ogni esame che faceva. Mia moglie ha potuto vedere il figlio solo dopo 4 giorni perché ha avuto un calo e quindi necessitava di due trasfusioni di sangue.
Il 20 febbraio Laura viene dimessa ma noi rimaniamo a Foggia con l’appoggio da mio fratello e mia cognata.
Il 26 Febbraio Giuseppe viene sottoposto a una risonanza magnetica al cervello.
2 giorni dopo arriva l’esito. La risonanza è negativa Giuseppe sta bene non ha avuto nessun danno. Sono risultate solo due piccole anomalie dall’elettroencefalogramma avanzato. Ma sono due anomalie che possono avere anche dei bambini nati naturalmente. Ovviamente dovrà essere monitorato nel tempo con una serie di visite.
5 marzo parole dei dottori Giuseppe è stato un guerriero, la bravura medica c’è stata ma è stata preziosa la sua grande forza nelle risposte a qualsiasi cura fatta, chiamatela fortuna o miracolo ma c’è stato qualcosa di grande. Viene dimesso e si torna finalmente a casa.
Ora io mi sento di ringraziare le nostre famiglie, parenti e amici che ci sono stati vicini. Il soccorso di Vieste. Il reparto di ginecologia e ostetricia del Riuniti di Foggia per aver salvato mia moglie e nostro figlio. Il reparto di Neonatologia – Terapia Intensiva Neonatale sempre del Riuniti per essersi presi cura con amore e aver curato Giuseppe confermandosi per me un’eccellenza per la nostra non solo provincia ma regione. Un grande grazie al dott. Sciannamè per averci seguito costantemente anche nei giorni successivi all’accaduto e ancora oggi. Ma soprattutto un no grazie al medico del 118 che ci ha ritardato su tutto non capisco per quale motivo forse per qualche protocollo dai piani alti? Un no grazie ai nostri politici, non tanto locali (anche se bisogna lottare di più), ma a quei politici regionali che promettono e promettono ma qui noi dobbiamo sperare nei miracoli, ma se succedesse qualcosa a voi l’elicottero ve lo fanno alzare dopo oltre un’ora? Deve arrivare da un posto lontano da oltre 20 minuti in linea d’aria quando le condizioni meteo non permettono? Allora noi chiediamo e lotteremo affinché ci venga ristabilito quel minimo di pronto soccorso che avevamo, un presidio fisso dell’eliambulanza tutto l’anno, e almeno un’ambulanza con medico a bordo, magari dichiarando Vieste e il Gargano come zona disagiatissima? Perché i disagi sono evidenti a tutti. I cittadini di Vieste e di tutto il Gargano lo meritano.
Ora vi chiedo di non commentare con le solite frasi “ah ma qui si pensa solo alle feste e cose del genere” no perché ci devono essere anche questi eventi nelle nostre cittadine e in queste vite già triste di loro. Io vi chiedo di condividere questo messaggio, meditare e combattere, ovviamente diplomaticamente, affinché ci venga consegnata la sanità di cui meritiamo. Perché donne in gravidanza, i nuovi nati e ovviamente tanta gente di cui potrebbe aver bisogno non devono essere condannati a morte solo perché è cittadino di Vieste o del Gargano. Grazie!”
Le famiglie Ricciardelli e Lopriore