Come si era soliti fare a quei tempi i giovani sacerdoti venivano lasciati liberi da impegni ministeriali parrocchiali per svolgere un breve periodo di tirocinio. Trovavano impiego presso gli altri parroci come aiutanti. All’epoca lo Stato veniva incontro ai disoccupati, creando cantieri di lavori socialmente utili nei vari settori della vita della città. Don Antonio Spalatro pensò di portare solidarietà a questi poveri operai, allora ostili alla Chiesa e per lo più anticlericali.
A mezzogiorno, nel momento di sosta dal lavoro, con una vecchia bicicletta riciclata, egli si metteva in cammino verso i luoghi di sosta degli operai e sempre fornito di qualcosa di buono da mangiare, un po’ di frutta o qualche dolcetto, li raggiungeva. Offriva loro quello che aveva con sé, soprattutto la sua parola di conforto, che era sempre dolce e amabile. Gli operai lo accoglievano con disponibilità, pur non nascondendo a volte diffidenza e contrarietà. Don Antonio parlò loro di un’iniziativa religiosa che potesse esprimere la loro fede, ma anche la speranza in un avvenire migliore: l’impianto di una croce sulla collina di Caprarizza.Con i dovuti permessi della Curia, don Antonio organizzò nei minimi particolari l’evento. La mattina del 25 agosto 1950 convocò gli operai e si misero in cammino a piedi verso il luogo scelto per piantarvi la croce. Era distante circa 10 chilometri dal centro abitato di Vieste. Dai piedi della collina iniziò la via Crucis ed egli stesso, portando la croce, cominciò la difficile salita. Con grande fatica si raggiunse la cima, in preghiera. Al seguito c’erano 80 operai e un numero cospicuo di persone. S’impiantò la croce che tutt’oggi racconta la fede e l’amore di un giovane prete, amante del soffrire come Cristo e amante delle anime per salvarle.
Quella croce cadde nel tempo e fu rifatta dai pastori della zona. Il 6 aprile 2014, su iniziativa del compianto don Giorgio Trotta, è stata completamente rinnovata e reimpiantata nel luogo esatto in cui don Antonio la pose 64 anni prima.Oggi, a distanza di 11 anni, alcuni operai hanno nuovamente sistemato la croce che le intemperie avevano compromesso, inclinandola rispetto alla posizione iniziale. L’associazione “Amici di Don Antonio Spalatro” ringrazia sentitamente i cittadini operai Antonio Lopriore e Giuseppe Olivieri per la sensibilità dimostrata nei confronti del Servo di Dio don Antonio Spalatro e della storia della croce di Caprarizza. Quella croce non può, non deve morire perché è la testimonianza viva dell’amore pastorale di don Antonio verso le anime dei più bisognosi di Dio.La posizione della croce è strategica, posta accanto al Santuario mariano su una collina dalla quale si domina la piana di Santa Maria e, sull’orizzonte, la città di Vieste che cade sotto la benedizione di quella croce, segno di fede e di speranza.
Tiziana Vescera
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