VIESTE – “Salviamo la necropoli di San Francesco”, l’appello nella “Giornata della costa”
Con l’iniziativa storico-culturale “Archeologia a San Francesco”, ieri, 12 aprile, “Giornata regionale della costa”, con Italia Nostra e Mare Garganum, sono terminati gli eventi della “Settimana Blu” del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera Circomare Vieste.
L’intervento tecnico del prof. Giuseppe Rignanese , archeologo, attraverso il suo excursus storico, ha delineato il periodo dell’Età del Ferro, nel quale si realizzarono le “tombe coniche” presenti sull’estrema punta della penisola di San Francesco, descrivendone fattezze e peculiarità. Un periodo storico affascinante dal quale sono emersi personaggi mitici:
– Diomede che arrivò da Argo in Italia meridionale e sposò la figlia del re dei Dauni, diventando l’eroe del mare e della diffusione della civiltà greca;
– Dauni e Messapi, popolazioni iapigie venute dall’Illiria.
– Venere Sosandra, Uria e ancora.
Anche Luisa Arena, guida ambientale escursionistica del Gargano, oltre che naturalista, ha raccontato di endemismi, piante alloctone e autoctone, ma anche che dall’Illiria arrivò l'<Inula verbascifolia> (Inula candida), una pianta che in Italia vive solo sul Gargano, ma conferma la stretta connessione del nostro promontorio con i Balcani.
E a vegliare sul sito archeologico, una sentinella del mare, il trabucco garganico. Senza Matteo Silvestri e l’Associazione “La Rinascita dei Trabucchi Storici del Gargano” non sarebbe stato possibile rendere suggestivo questo evento, grazie anche alla gentilezza e simpatia dei suoi collaboratori, come Michele Santoro e Luigi Impagnatiello, con la dimostrazione di pesca sul trabucco.
E così Storia e Natura e Archeologia si sono intrecciate come in una favola, quella stessa favola che tutti auspichiamo quanto prima per la Punta di San Francesco e il suo sito archeologico, un altro scrigno della nostra identità territoriale, affinché, attraverso una campagna di studi sistematici, possa essere restituita loro la dignità e il valore che meritano.