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Spostare la ferrovia adriatica per creare una ciclovia: anche il sindaco di Vieste appoggia il Piano del ministro Franceschini

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Fare un passo indietro (o di lato), per poterne poi fare dieci verso un futuro decisamente più moderno e coinvolgente. Il Piano Franceschini, per favirire l’Alta Velocità sulla dorsale Adriatica – con l’obiettivo di collegare Trieste a Catania e Palermo – spostando i binari dalla linea costiera alle vie dell’entroterra, è la salutare ventata di entusiamo, che raccogliere consensi diffusi e appoggi istituzionali trasversali. Anche perchè, la proposta lascerebbe spazio al recupero di lunga e suggestiva “ciclovia” a ridosso del mare italiano.
Franceschini
“L’idea del Ministro Dario Franceschini per un piano che ricucia l’Italia non solo da Nord a Sud, ma anche nelle sue dorsali, a cominciare da quella Adriatica, è una proposta importante, che merita di essere sostenuta e trasformarsi in uno dei progetti che qualificano l’azione del Governo nazionale”.
Comincia così l’appello promosso dal parlamentare pugliese Alberto Losacco e sottoscritto da Loredana Capone (Assessora al Turismo Regione Puglia), Stefano Bronzini (Rettore dell’Università Aldo Moro di Bari), Riccardo Rossi (Sindaco Brindisi e Presidente Provincia Brindisi), Rinaldo Melucci (Sindaco Taranto), Carlo Salvemini (Sindaco Lecce), Nicola Gatta (Sindaco Candela e Presidente Provincia Foggia), Stefano Minerva (Sindaco Gallipoli e Presidente Provincia di Lecce), Mimmo Vitto (Sindaco Polignano e Presidente Anci Puglia), Salvatore Albano (Sindaco Porto Cesareo), Angelo Annese (Sindaco Monopoli), Luciano Aprile (Sindaco Martignano), Roberto Casaluci (Sindaco Castrignano de’ Greci e Presidente Unione comuni Grecìa salentina), Domenico Conte (Sindaco San Vito dei Normanni), Marco De Luca (Sindaco Novoli).
E poi Massimo Lecci (Sindaco Ugento), Massimo Manera (Sindaco Sternatia e Presidente Fondazione Notte della Taranta), Michele Merla (Sindaco San Marco in Lamis), Francesco Miglio (Sindaco San Severo), Giuseppe Nobiletti (Sindaco Vieste), Alessandro Quarta (Sindaco San Donato di Lecce), Marcello Rolli (Sindaco Leverano), Sandrina Schito (Sindaca Copertino), Serafina Stella (Sindaca Ordona), Giuseppe Tanisi (sindaco Taviano) Giuseppe Taurino (Sindaco Trepuzzi), Antonio Tutolo (sindaco Lucera), Francesco Zaccaria (Sindaco Fasano), Anna Paola Giuliani (Assessora Cultura Comune Foggia).
“Come sindaci, amministratori locali, parlamentari e accademici – continua l’appello – crediamo che in questa fase sia essenziale aggredire i problemi strutturali sotto il fronte dei collegamenti, in particolare per quel che riguarda la linea adriatica, che oggi non dispone ancora di un vero e proprio piano per l’Alta Velocità simile a quella che si è sviluppata lungo la linea tirrenica e che ha favorito la crescita sociale e le opportunità economiche di quell’area del Paese”.
“Qui bisogna rivedere i tracciati: progettare l’alta velocità non lungo l’attuale linea ferroviaria, ma vicino l’autostrada, così da collegare i principali aeroporti da Bologna a Brindisi e sostituire l’attuale linea ferroviaria che deturpa la costa in una ciclabile, per un turismo capace di valorizzare le località balneari”.
“Allo stesso tempo – si aggiunge – abbiamo la necessità di far fare un salto di qualità all’intero comparto turistico, che è tra i più colpiti dalla crisi economica del coronavirus. Riqualificare le aree costiere, affrontare con decisione il problema degli spostamenti verso le aree interne, per non accontentarsi più di un turismo mordi e fuggi, limitato alle principali località, ma in grado di offrire alle persone uno spaccato del nostro Paese, del nostro stile di vita, del legame indissolubile tra bellezze naturalistiche e artistiche, tra enogastronomia e storia dei territori”.
“Il piano di aiuti europei – si sottolinea nell’appello a sostegno del Piano Franceschini – è un’occasione irripetibile per riscrivere i nostri modelli sociali e di sviluppo, per immaginare un’Italia dove da Lecce e Taranto fino a Bologna si viaggia alla stessa velocità con cui si viaggia da Salerno a Torino, per sviluppare un’offerta turistica che metta al centro i piccoli borghi, le tante tradizioni e specificità che rendono l’Italia un posto unico al mondo”.
“Per riuscirvi – si spiega – serve uno sforzo collettivo e collaborativo tra le migliori energie del Paese. Non solo il governo deve proseguire nella strada indicata, ma serve un impegno di parlamentari, amministratori, tecnici e imprenditori per realizzarlo. Il dibattito degli architetti sulla valorizzazione dei borghi d’Italia è maturo, le connessioni digitali per molte regioni del Sud sono già una realtà. Occorre un impegno concreto collettivo perché guardare lontano si può: le risorse mobilitate ci sono, la voglia di riscatto pure. Troviamo insieme modalità e percorsi per fare presto e bene. Il tempo è dalla nostra parte”.

(gelormini@gmail.com)

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