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GIORNATA DEL RICORDO – L’amorevole legame di Vieste con Pola

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Nel corso dei secoli vi è sempre stato un forte legame tra Vieste (e la costa garganica in genere) e l’altra sponda dell’Adriatico rappresentata dalle regioni di Istria e Dalmazia. Un forte legame che ha posto le sue basi su di un florido commercio che ci vedeva esportare olio d’oliva, agrumi e bestiame ed importare soprattutto legname pregiato; in diversi piccoli centri dalmati si parla o comunque si comprende il dialetto garganico.
Ma tra il 1943 ed il 1947 in quelle regioni si consumò una delle pagine più tristi della nostra storia, la tragedia delle foibe e degli esuli giuliano-dalmati perpetrata per motivi etnici e politici dalle truppe comuniste slave di Tito. Fu una vera e propria pulizia etnica verso persone inermi, di ogni credo politico e religioso e di ogni ceto sociale, che avevano come unica “colpa” quella di essere italiani. Di questi oltre 12.000 vennero catturati, torturati ed infine, condotti in coppia sul ciglio delle cavità carsiche, dette foibe, ad uno di loro veniva sparato un colpo alla nuca trascinandosi dietro un’altra persona ad esso legato al polso con un filo di ferro, una fine atroce tra dolori di fratture ossee ed emorragie interne. Ad altre 350.000 persone spettò l’infelice destino dell’esilio. Tra gli “infoibati” ci furono diversi viestani: Vincenzo Vescera, poliziotto in servizio a Trieste, catturato il 2 Maggio 1944 ed infoibato presso Basovizza, ai discendenti, su segnalazione del Comune di Vieste, venne riconosciuta la Medaglia alla Memoria del Presidente della Repubblica in occasione delle celebrazioni del “Giorno del Ricordo” del 2015; Francesco Cavaliere, poliziotto in servizio a Gorizia; Francesco Paolo Ascoli, anch’esso poliziotto; Giovanni Battista Chieffo, civile; ed altri due dei quali si conosce solo il cognome, Russo e Santoro.
Lo stesso ex Sindaco Ludovico Ragno era un esule, all’età di 21 anni lasciò Zara con la sua famiglia per trasferirsi a Vieste.
Ma in questa pagina buia della storia Vieste rappresenta un raggio di luce, fu l’unico Comune italiano che per motivi umanitari si impegnò a fondare la nuova Pola sul proprio territorio (cedendo parte dello stesso) per poter accogliere gli esuli delle terre italiane di Istria, Giulia e Dalmazia. Così come ricorda lo storico Carlo Cesare Montani, Vieste lo fece in maniera concreta, infatti nella Delibera di Giunta Municipale nr. 70 del 18.04.1947, recante all’oggetto “Fondazione della nuova Città di Pola” vi è sancito <<… una nuova Pola deve essere creata, sullo stesso mare e sulla stessa sinuosità insidiose di identiche scogliere… Delibera… … a far sì che i fratelli polesi possano riaffacciarsi su quel loro mare da dove incomprensione ed ingiustizia li hanno cacciati… >>. Su questa vicenda, di recente, il giovane scrittore Paolo De Chirico ha affermato che nel suo romanzo horror, ambientato anche a Vieste, intitolato “Strada senza ritorno” ha preso ispirazione dalla targa affissa a <<… Marina Piccola inneggiante la fratellanza tra Vieste e Pola, unendo il fascino della storia di Vieste, alle leggende di Pola… >>.
Per decenni la vicenda dei martiri delle foibe e degli esuli giuliano-dalmati venne rimossa dalla memoria storica e politica, permeata da un assordante silenzio determinato da ragioni politiche e da una faziosità culturale che ha discriminato le vittime in base alle divise dei loro carnefici. Le cose sono finalmente iniziate a cambiare con l’approvazione della Legge 30 Marzo 2004 n. 92 con la quale <<la Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del Ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. […]>>.
Nei cinque anni passati, in veste di assessore comunale, spinsi l’Amministrazione Comunale, con la preziosa collaborazione della Società di Storia Patria per la Puglia, a farsi promotrice di una azione di riscoperta della “memoria negata” attraverso momenti di approfondimento scolastico, borse di studio e cerimonie istituzionali. Mi auguro che l’attuale Amministrazione Comunale continui su questa strada, lo dobbiamo alla memoria dei nostri morti e della generosità dei viestani e dell’Amministrazione Comunale del 1947.

Gaetano Zaffarano – Già assessore comunale

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