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Vieste – In tanti a firmare la petizione contro la chiusura del Punto di primo intervento

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banchettoTantissimi i cittadini che da questa mattina stanno firmando la petizione, da presentare al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, contro la paventata chiusura, o ridimensionamento, del Punto di primo intervento (ex pronto soccorso) di Vieste.

La massiccia partecipazione dei cittadini è il segno concreto del rigetto da parte della popolazione di una decisione, inserita nel famigerato paino di riordino ospedaliero operato dalla giunta Emiliano, che non tiene in nessun conto le esigenze del viestani residenti e delle centinaia di migliaia di ospiti che giungono a Vieste durante la lunga stagione turistica. Un piano che guarda solo ai numeri e ai tagli, mettendo da parte le esigenze vere di un territorio già di per sé penalizzato dalle distanze dai centri ospedalieri organizzati e da una orografia che fa aumentare ancor più tali distanze.

La raccolta firma continuerà ancora nei prossimi giorni e prossime domeniche e si effettua anche preso gli studi dei medici di famiglia.

Di seguito il comunicato con il quale si dà notizia della costituzione del comitato cittadino sorto spontaneamente per caldeggiare la permanenza e il potenziamento del Punto di primo intervento di Vieste.

Si è costituito a Vieste un Comitato libero e spontaneo denominato “COMITATO PROPERMANENZA E POTENZIAMENTO PUNTO DI PRIMO INTERVENTO DI VIESTE”. Tale Comitato cittadino intende opporsi al previsto ridimensionamento del locale Punto di Primo Intervento. La Regione Puglia, recependo il D.M. 70/2015, con propria delibera n. 1933 del 20.11.2016, ha approvato il riordino della rete ospedaliera e, alla voce rete dell’emergenza urgenza, ha definito il ruolo dei P.P.I. (Punto di Primo Intervento) in particolare ha stabilito che gli attuali P.P.I. in cui opera personale medico dipendente, debbano essere riconvertiti in postazioni medicalizzate di 118 ovvero P.P.I.T. (Punto di Primo Intervento Territoriale) con personale a convenzione. Questa riconversione non è altro che la trasformazione del nostro P.P.I. in una sorta di servizio di guardia medica con ambulanza al seguito con riduzione dell’offerta sanitaria sul territorio.

Il Comune di Vieste presenta un particolare disagio per quanto riguarda la sua posizione geografica, la distanza e la difficoltà per raggiungere l’ospedale più vicino, tanto che è stato classificato come area interna svantaggiata e per questo gli compete per legge un ospedale (in analogia a quanto è successo al Comune di Lucera) con un P.P.I., 20 posti di degenza e la previsione di importanti innovazioni organizzative quali la chirurgia di un giorno e i ricoveri non superiori a cinque giorni, con la possibilità di eseguire anche indagini radiologiche da trasmettere agli ospedali di primo o secondo livello di riferimento.

Appaiono pertanto insufficienti le rassicurazioni offerte lo scorso 3 febbraio, nel Consiglio Comunale monotematico, dal Dirigente Generale ASL di Foggia il Dott. Vito Piazzolla, ed altrettanto debole appare anche la presa di posizione del Sindaco di Vieste che a distanza di quasi due mesi attende ancora di avere un riscontro dal Presidente Emiliano che invece ha già deciso tutto.

Potrà davvero il solo 118 operare diagnosi ed un rapido trasporto dei pazienti presso i più vicini ospedali di Manfredonia, Foggia o San Giovanni Rotondo senza in parallelo creare carenze nelle prestazioni sanitarie a Vieste?

I medici che hanno dato vita al Comitato sono tutti sconcertati e perplessi in quanto appare evidente che una, magari due sole ambulanze e la loro relativa equipe medica non possano affatto riuscire a garantire un servizio sanitario adeguato.

Cosa accadrà ai 14 mila viestani e le centinaia di migliaia di turisti ove i pochi collegamenti viari dovessero essere non percorribili e di fatto gli operatori del 118 impediti a recarsi al lavoro a Vieste? – conclude il presidente del Comitato, Vincenzo Disanti.  Nemmeno il servizio di eliambulanza potrebbe sopperire a tutti tali problemi perchè di fatto verrebbero a mancare i sanitari per prestare in sicurezza tutte le operazioni del caso. Da anni la nostra città ed il Gargano chiedono il riconoscimento di zona disagiata e maggiore assistenza medica ed invece la Regione Puglia continua ciecamente a tagliare. Il previsto piano di riordino regionale invece penalizza ancora una volta di più il Gargano ed i suoi abitanti. Con un bacino estivo complessivo di almeno 2 milioni di turisti e con una comunità come quella garganica in continua emergenza, visti i problemi di viabilità che impediscono rapidi spostamenti verso i più organizzati centri ospedalieri, è incomprensibile ed assurdo il piano regionale di accentramento sanitario. L’eliambulanza notturna, il minilab e tutta una serie di diagnosi salvavita sono negate ad una popolazione che già di suo vive con l’ansia e la speranza di non dover mai ricorrere a cure mediche. Numerosi saranno gli incontri ed i punti di ritrovo per la raccolta firme che abbiamo indetto.

Tutta la cittadinanza è quindi invitata, già domenica 26 marzo mattina dalle ore 10.30 presso i giardini pubblici di Vieste, munita di valido documento di riconoscimento, a sottoscrivere la petizione per il mantenimento e potenziamento del Punto di Primo Intervento di Vieste

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